NOCTURNO | alma gotica/’a suppa ‘e latte

Articolo pubblicato su Nocturno Cinema n.60 Luglio 2007

Di Pier Paolo De Sanctis

 

VoNocturnoraci e immaginifici, attivi nel cinema, in teatro, in letteratura, in musica, nel videoclip, gli artisti della poliedrica factory romana doppio senso unico sono eredi di una tradizione avanguardista che risale al dadaismo e al surrealismo, portata avanti con spirito di ricerca e sperimentazione decisamente contemporanei. Affascinati dall'effetto vintage prodotto dal ricco serbatoio di immagini della storia del cinema, molti dei lavori del gruppo partono da riferimenti visivi legati al genere horror per licenziarne una versione ultrapersonale esquisitamente antinarrativa. In particolare, Ivan Talarico e Luca Ruocco, nei loro film, sfoderano una verve iconoclasta e 'a suppa 'e lattecombattiva impressionante. Bunueliani nel midollo, lynchiani nello stile, i due registi amano indagare il grottesco e l'inquietante in ogni loro manifestazione, studiando le malformazioni dell'espressione con piglio voyeuristico e approccio irrazionale anziché sterilmente tecnico. I risultati sono dei fulgidi poemi visivi, di stampo onirico-situazionista, sganciati da ogni logica narrativa lineare e lanciati sui terreni scoscesi della visione, da scalare a mani nude riportando graffi, singhiozzi e gemiti di piacere. Niente dialoghi, sono una massa sonora levigata a puntellare l'errare nebuloso ed evanescente dei corpi rappresentati, in un quasi omaggio all'epica suadente del cinema muto. 'a suppa 'e latteIn alma [gotica], di Luca Ruocco, un panorama urbano notturno in bianco e nero favorisce l'incontro tra un uomo e una donna, snodato tra apparizioni, salti indietro repentini e doppi clowneschi. Il potere perturbante delle singole immagini è realmente palpabile e comunica disagio e malessere ad ogni fotogramma. Sembra quasi di trovarsi davanti a una versione aggiornata di Un chien andalou, dove l'amour fou è ugualmente condannato allo scacco, mentre al famoso taglio dell'orecchio si sostituisce la recisione della testa, come se non si trattasse più di abbattere il tabù dello sguardo, bensì quello del cervello, del pensiero razionale tout court. La frase di lancio, presa da Beckett, ammette: " l'idea che la sofferenza possa cessare è più insopportabile della sofferenza stessa". 'a suppa 'e latte, di Ivan Talarico, è se possibile ancora più destrutturato, frammentato, sparso, costruito sull'accumulo di immagini eterogenee e atti poetici paralleli, in un montaggio vertiginoso che intreccia materiali di repertorio (tutta la parte relativa agli anziani, girata in altri tempi e in altri formati) a sequenze di incontri sessuali tra un uomo e una donna, apparizioni carnevalesche, agonie e resurrezioni. Anche qui il connubio audiovisivo, finemente cesellato, genera eclettismo e fascinazioni estetiche uniche, a cominciare dalla scelta del mascherino ultrapanoramico, qualcosa di ancora più sottile del 2,35:1, a delimitare un capo di visione misterioso, una fessura per iniziati attraverso la quale accedere alla segretezza di un mondo allucinato e truccato da cabaret futurista. alma [gotica]Stupisce, come nel lavoro di Ruocco, l'attenzione alla resa fotografica, che opta per tonalità calde e contrastate, luminosità sovraesposte o bianchi e neri offuscati, sfruttando al massimo la gamma di possibilità espressive offerte dal digitale. Quasi impossibile ricavare un senso univoco da un tale ribollente magma audiovisivo. Spetta al singolo spettatore trovare i nessi e le assonanze di significato a lui più congeniali. Per farlo, basta accedere al sito del gruppo costantemente aggiornato (www.doppiosensouni.com), dove si possono scaricare integralmente in DivX tutte le produzioni realizzate fino a oggi; un modello di trasparente distribuzione alternativa per vincere l'invisibilità a cui condanna l'indipendenza dall'industria. Lode alla lungimiranza.